mercoledì 21 gennaio 2015

CHIESA SANT'AGNESE DI PINETO (TERAMO)

Il 21 Gennaio è il giorno di Sant'Agnese, patrona di Pineto, alla quale vogliamo dedicare il post odierno ringraziando il lavoro dell'amico Alberto al quale rubo (senza destrezza) questa sua ricerca sulle origine della chiesa cittadina. tratta dal blog http://noicerrano.altervista.org/
 
Grazie Alberto e buona lettura...
 

 
Nel gennaio 1925 Luigi Corrado Filiani (fondatore della città di Pineto) scrive un’appassionata e intensa lettera ai suoi concittadini pinetesi per invitarli a donare un contributo per la costruzione dellachiesa di Sant’Agnese, futura patrona della città costiera.
A 90 anni dalla fondazione della stessa è opportuno riprendere il testo di quella lettera per comprendere l’amore che Luigi Corrado Filiani ebbe per la sua terra natia.
Filiani, all’inizio della lettera, declama in versi poetici le origini e il paesaggio della Pineto che verrà, concludendo in un omaggio agli emigranti del nostro territorio.
A piè dei colli maestosi di Mutignano, nel ridente lembo di terra baciata ad oriente dall’Adriatico, e guardata verso occidente dalla vetta audace del Gran Sasso d’Italia; tra il verde fecondo de’ campi e gli ulivi argentei ed annosi, palpita oggi una nuova vita. È Pineto che sorge, la quieta frazione del comune di Mutignano, con la sua bionda e nitida spiaggia, popolata quasi d’incanto di numerose case, e vestita d’una lunga ombrosa pineta. Sembra da quest’angolo fino ad ora deserto ed oscuro della bella terra d’Abruzzo, spiri oggi un’aura d’entusiasmo e di fede tenace verso nuovi destini: e Pineto sarà certamente in un giorno non lontano, l’asilo benefico e tranquillo; il rifugio benedetto e santo per voi, valorosi figli d’Abruzzo, che conosceste vittoriosi le asprezze della vita dura in terra lontana.”
Proseguendo si elencano i motivi per cui la chiesa deve essere intitolata a Sant’Agnese e un appello ai suoi concittadini per una loro collaborazione per l’edificazione della chiesa:
“E un simbolo dolcissimo di fede io voglio porre alla cima del nostro amore per la modesta ma carissima patria. Sant’Agnese Romana, la celeste vergine tredicenne, che subì lieta e serena il supremo martirio per la fede di Cristo; la purissima soave giovinetta, che morì sorridendo per la fede e per l’amore. Una bella, devota chiesetta intitolata al suo nome , in faccia al mare azzurro, con la torre nel cielo infinito, da cui le campane cantino sui campi e sulle case la gloria della santa fanciulla; la gloria eterna della divina religione di Cristo; la pace e l’amore per le nostre anime desiderose di bene. A voi, amati concittadini, io non chieggo il comune obolo, ma la fraterna amorosa cooperazione che mi aiuti, e mi sorregga e mi animi nell’assolvere il grato compito assuntomi; e sia ambito vanto ed orgoglio supremo di ciascuno, concorrere al massimo splendore dell’opera santa e bella che la vicina primavera vedrà sorgere tra la festa della natura rinascente.
Nella parte centrale della lettera Filiani descrive l’opera architettonica che verrà eseguita:
La costruzione della Chiesa, di puro stile latino, opera dell’ing. Arturo De Falco – vera anima d’artista, che ha saputo rendere nella linea semplice, e pur così intensamente espressiva, l’appassionato misticismo e l’affascinante ingenua poesia dei primi secoli dell’era cristiana – sorgerà su di un bel terreno da me scelto ed offerto allo scopo, ad occidente della strada nazionale, a poco meno che un centinaio di metri dalla stazione ferroviaria; ed avrà un fronte di metri diciotto circa e una profondità di almeno trenta metri. Il campanile raggiungerà l’altezza di ventiquattro metri all’incirca. L’interno, a croce latina, avrà tre navate, un’abside con due cappelle laterali, e l’altare maggiore nel centro; a tergo di questo il coro, in due ali fiancheggianti l’organo. Oltre alla sagrestia ed a locali terreni per uso di abitazione. Nulla sarà trascurato perchè la Casa di Dio riesca bella e completa sotto ogni riguardo. Un’ampia zona di terreno all’ingiro, ornata di piante e di fiori, formerà degna corona al sacro edificio, tutto costruito in pietra e mattoni”.
  
Nell’ultima parte il Filiani rivolge un ultimo appello, a se stesso e alla cittadinanza, stessa per far sì che nel luogo di culto si trovi il senso di appartenenza e di unione in una comunità:
Confortato ed animato dalla fiducia unanime dei miei concittadini, darò tutta la mia opera appassionata, tutte le mie forze, tutto il mio fidente entusiasmo; e che ognuno di noi senta il dolce dovere e il sacro orgoglio di contribuire degnamente all’opera santa e bella, fecondo perenne simbolo di fede e di fratellanza.
Raccolti i fondi dove “una lapide all’interno della chiesa ricorderà ai posteri i nomi dei generosi oblatori” e approntata l’area, l’inizio dei lavori ebbe luogo solennemente il 3 novembre 1926 con la posa della prima pietra alla presenza del vescovo di Penne ed Atri monsignor Pensa e del Prefetto della provincia di Teramo, rappresentato dal Vice Prefetto dottor Francesco Foschini.
La chiesa di Sant’Agnese fu coperta ed aperta al pubblico per le funzioni sacre nel 1935 e divenne Chiesa parrocchiale per desiderio del popolo e per decreto vescovile; il primo parroco fu Romualdo De Ascaniis (Don Paolino).
Il sogno di Luigi Corrado Filiani fu realizzato e la sua Pineto ebbe un luogo di culto, grazie alla perseveranza sua e di tutta la cittadinanza; i pinetesi diedero un senso di appartenenza alla comunità, di grande valore.

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